Canti barbaricini
Di volta in volta visionari, musicali, eloquenti, i Canti barbaricini restano un'opera di eccentrica collocazione: Sebastiano Satta (1867-1914), poeta italiano di Barbagia, avvocato dei banditi e socialista del cuore, adattò tradizione letteraria tardo-ottocentesca e tradizione barbaricina accordando isola e continente nel suo unico grande "sogno": il superamento di barriere di dolore e di incomprensione, in nome di una superiore "Giustizia" per la quale si possano abbandonare persino gli antichi, venerati costumi. Nati agli albori del nuovo mondo industriale, i versi dei Barbaricini ci riconducono un tempo ancestrale e remoto, tra la cupa solitudine del bandito, il silenzio solenne del pastore, l'insidiata innocenza dei bambini, l'inconsolabile dolore delle madri; ma intanto ci chiamano a sentire, da lontano, la fanfara della Storia che avanza. A tutto ciò Sebastiano Satta intonava un canto fiero e dolente nella disperazione del vitalismo e delle passioni che forse solo i campi d'asfodelo della sua Barbagia riescono, ancor oggi, a cancellare.
Nessun indice presente.
Nessuna recensione presente.
Nessun extra.
Rassegna stampa
Eventi
Presentazione "La colazione di Amore e Psiche" - BUK Festival della piccola e media editoria
Domenica 18 ottobre ore 15.30 - Buk Festival della piccola e media editoria
Presentazione "Essere un corpo" - Giardini del Guasto
Domenica 11 ottobre 2020 ore 18.30 - Modo en plein air. Un weekend di incontri al Giardino del Guasto
Commenti
Recensioni